“Veloce” è meglio di “perfetto”
Ho creato questo sito grazie al mio amico Matteo Galletti, che me lo ha consegnato nel giro di una settimana. A dicembre.
Da allora sono entrata su questa piattaforma solo in rare occasioni, durante le mie consuete e interminabili ore di rimuginio notturno, timidamente, quasi intimorita dalle cose che il suo cantiere virtuale avrebbe potuto rivelarmi di me stessa: “Non sono pronta, non ancora, non oggi, non io”.
Desideravo un sito che fosse perfetto per me, con testi e contenuti perfetti, immagini perfette, da rendere pubblico nel momento perfetto, in un perfetto accordo di intenti e abilità fantastiche.
Da questo desiderio, la paralisi. Il sito è rimasto cristallizzato in uno stato di bozza perpetua per quasi quattro mesi.
Per fortuna, oggi, di fronte a un aprile che volge al termine, mi sono ricordata di un insegnamento prezioso che ho appreso durante gli anni di gavetta in agenzia pubblicitaria e che mi ritrovo spesso a ripetere ai miei studenti durante le nostre lezioni:
Una consegna è perfetta quando è perfetta, e pronta entro l’ora di pranzo.
Che ironia! Proprio io, abituata a pensare più velocemente anche della me stessa di ieri, incapace di procedere di fronte a un mio progetto.
Come sono arrivata a questo punto?
Ah, già. Con l’esperienza. Il peso dell’esperienza può essere un fardello oneroso: con più cose entriamo in contatto, più ne conosciamo, e più ci risulta difficile misurarci con i nostri dubbi, con tutte quelle piccole grandi incongruenze che risiedono in noi e che – col lavoro che aumenta, la sensibilità che evolve e, soprattutto, gli anni che passano – non si diradano, piuttosto prendono a ricorrersi e ad ammassarsi come nuvole sul nostro orizzonte creativo.
Tuttavia, non posso dimenticarmi che ho imparato da molto giovane che è impossibile pretendere di avere ogni cosa perfettamente sotto controllo. E che veloce, spesso, è meglio che perfetto. Molto meglio. A maggior ragione perché la perfezione non esiste, se non in forma di diabolica ossessione.
Perciò eccoci qua, su un sito che è tutt’altro che perfetto, ma che è indubbiamente il mio.